Contributi Critici
E’ nell’insieme dei segni e nel cammino intero di un’artista che si coglie la direzione di senso del suo percorso. Rosa Banzi unisce crea piccoli/grandi mondi con grande levità, come farebbe una fata dell’arte, una maga che lavora in silenzio nei boschi, miscelando erbe ed essenze spesso diverse tra loro, efficaci nella soluzione.
I segni estratti da Banzi dall’universo naturale, fluttuano in atmosfere purificate, mentali: difficile toccarle con mano.
Anche se Banzi sperimenta molto i materiali (stoffe, olii, tecniche miste, supporti di legno e tele, ancora stoffe), riesce a renderle prive di peso, le de materializza, facendone risaltare l’aspetto percettivo.
Nei suoi lavori, o mondi, c’è sempre una piccola idea, che galleggia quasi in assenza di gravità appellandosi al nostro spirito di osservazione, come a cercare conferme negli occhi e nella mente di chi osserva.
Banzi instilla un piccolo dubbio. Un uncino, una cresta che galleggia dove potrebbe sprofondare, un perno per agganciare sogni e pensieri...piccoli dettagli, segni che suggeriscono azioni, ritmi, musiche.
I mondi di Banzi suggeriscono input musicali, gli inizi di una melodia, il suono di un vento sottile, il fruscio di un movimento lieve ma implacabile. Sono manifestazioni di riflessioni sull'esistenza, piani bidimensionali
che nella mente si sfaldano, corrodono certezze, inclinano equilibri.
Niente di certo, niente di stabilito, solo fremiti trattenuti, corpi sospesi, gesti intenti a svolgersi... molto lentamente, con i ritmi trattenuti della natura.Nella natura spesso si svolgono (il mandala di terra), in natura altre ritornano.
Siamo in presenza di tracce lasciate da esseri estranei, corpi non identificabili, foglie dalla forma indefinita forse cadute da corpi extraterrestri minimi...possiamo solo immaginarne la provenienza, illuderci di poterli comprendere e conoscere. Ma è un miraggio... nell'attimo in cui li stiamo “toccando” col pensiero, ci sfuggono svaniscono nello spazio indefinito.
Loretta Zaganelli
